- “Il Consiglio nazionale dei commercialisti si
costituirà parte civile nei processi in cui sono coinvolti professionisti
iscritti all’Ordine che con il loro operato infangano il buon nome dell’intera
professione. Gli oltre 116mila professionisti qualificati e competenti iscritti
ai nostri Albi, tutti i giorni al servizio di cittadini, imprese e Istituzioni,
non meritano di veder sfregiata la loro credibilità umana e professionale dai
comportamenti sbagliati di poche mele marce”. E’ quanto dichiara il Presidente
del Consiglio nazionale dei commercialisti, Gerardo Longobardi.
L’annuncio arriva dopo lo scoppio dello scandalo relativo all’inchiesta della
procura di Roma su presunte sentenze tributarie pilotate da una “cricca”
composta da funzionari pubblici, giudici e, appunto, professionisti.
“Solo pochi giorni fa – ricorda Longobardi – è entrato in vigore il nostro
nuovo codice deontologico. Regole molto stringenti alle quali affiancheremo
a breve anche nuove norme sulle sanzioni disciplinari. Accadimenti come quelli
che stanno emergendo in queste ore sono un affronto anche a questo impegno
della categoria nel dotarsi di punti di riferimento etici sempre
aggiornati. Tutto ciò è inaccettabile”.
“E’ arrivato il momento – afferma ancora Longobardi – di difendere con
forza l’operato posto al servizio del Paese dalla stragrande maggioranza dei
commercialisti Italiani. Fermi restando il nostro assoluto rispetto per il
principio della presunzione di innocenza e il nostro approccio garantista, sono
convinto che sia giunto il momento – anche attraverso la costituzione di parte
civile nei casi di comprovata responsabilità di colleghi - di far comprendere
all’opinione pubblica quanto determinante sia il ruolo della nostra professione
nella intermediazione costante tra imprese, cittadini e pubblica
amministrazione, sempre finalizzata alla tenuta e alla crescita del tessuto
imprenditoriale e al buon funzionamento della macchina dello Stato. Un ruolo
troppo spesso misconosciuto”.
“Nella difesa della trasparenza e della legalità – prosegue Longobardi –
siamo del resto al fianco della Guardia di Finanza, dell’Agenzia delle Entrate,
della Giustizia tributaria. Una battaglia sulla quale con i vertici nazionali
di queste Istituzioni ci siamo tutti assieme espressi in numerose occasioni
pubbliche”.
“Le vicende che stanno emergendo in queste ore – conclude Longobardi – ci
obbligano però anche ad una riflessione approfondita sulla necessità di una
complessiva riforma della Giustizia tributaria. Se i Ministeri e gli altri
soggetti competenti vorranno aprire un confronto su questo tema, i commercialisti
non faranno certo mancare le loro proposte”.